#PellegrinaggioAdolescenti a Roma del 18 aprile 2022 – Le proposte e le modalità di iscrizione in Diocesi

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Come indicato dai volantini che pubblichiamo in allegato in fondo a questa pagina, le proposte che la diocesi fa per partecipare all’incontro nazionale di tutti gli adolescenti con il Papa a Roma il 18 aprile sono due.

Una più rapida ed essenziale.

Una con l’avventura di una notte insieme nella città eterna.

Scegliete quella che meglio vi sembra per il vostro gruppo di adolescenti e iscrivetevi alla Via, agenzia di riferimento diocesana.

Alla fine delle iscrizioni tireremo le somme e preciseremo l’organizzazione.

Naturalmente come potete leggere i ragazzi coinvolti non sono i giovani, che potranno fungere da responsabili, ma gli adolescenti.

In concreto si consiglia di coinvolgere gli ultimi due anni delle medie e i primi tre-quattro delle superiori.

I gruppi di catechismo già coinvolti nel pellegrinaggio dei cresimandi (pre o post) a Roma si confermino pure nel loro momento che sarà a maggio.

L’età preponderante per il mondo Scout è l’età del reparto e del noviziato. Un mini-campetto di Pasqua che ti trovi già preparato??

In ACR i gruppi 12-14 e i giovanissimi di AC.

13-17 anni sono limiti rigidi? Ogni rigidità nasconde debolezza direbbe Papa Francesco e ogni situazione va valutata ma non si dica che l’indicazione non sia chiara.

L’ora del rientro non è possibile precisarla al momento per mille motivi ben conosciuti a tutti, non ultimo la situazione disperata delle autostrade liguri. Grosso modo si spera nella notte/alba del 19 aprile nel primo caso, tarda serata del 19 nel secondo caso.

Per ogni indicazione concreta basta andare sul sito giovani.chiesacattolica.it/seguimi

Si viaggia leggeri!

Le schede di preparazione che ti verranno mandate dopo l’iscrizione le puoi già trovare su semedivento.it cercando schede di preparazione Seguimi.

Queste sono le indicazioni tecniche e pastorali. Vediamo ora il senso dell’iniziativa, perché già pare di sentire “ma il giorno di pasquetta? È il giorno dedicato alla famiglia! Al massimo alla parrocchia! Non verrà nessuno! A chi è venuta in mente un idea del genere?”

Premesso che il non partecipare non è materia di confessione, l’iniziativa ha un senso molto semplice: un gesto di attenzione verso quella fascia di età che più ha patito la pandemia e che scalpita per poter riprendere a incontrarsi, a gioire, a sperare lasciandosi alle spalle un mondo virtuale che sarà di certo molto interessante ma che non riempie il cuore e soprattutto le braccia. E’ un dire da parte della comunità cristiana noi abbiamo capito quanto avete patito. Non sono capricci, non sono frottole ma cose importanti. E noi non stiamo seduti nella confort zone a dire “arrangiatevi” ma organizziamo una follia, un gesto incredibile in questi tempi: ci raduniamo insieme!

La pandemia appartiene al secolo scorso ora siamo in piena emergenza guerra. Vero! Ma sono proprio i ragazzi e gli adolescenti che hanno bisogno che qualcuno gli parli di ciò che accade, che li aiuti a ragionare a gestire l’ansia la tensione. Loro che non hanno visto in diretta Hiroshima e Nagasaki guardano i nostri occhi smarriti e si smarriscono pure loro. Per la prima volta forse si rendono conto di cosa è la guerra. Siamo riusciti a nascondergli le altre (ma mica tanto perché fra di loro parlano e ascoltano i tanti coetanei che arrivano da anni a rifugiarsi da violenze, solo che non trovano riscontro nei nostri discorsi di adulti se non un generico “sono simpatici” o al contrario “ci rubano il lavoro”) di guerre ma questa è troppo evidente. E allora vivere una giornata insieme non è un distrarsi ma anzi offrire una occasione di lettura della realtà.

Don Francesco Doragrossa

Ecco come viene proposta dal Servizio di Pastorale giovanile l’iniziativa:

La progettazione educativa inizia guardando il dato di realtà che si ha di fronte e ponendosi delle domande che aprano a un percorso condiviso e realistico.

• La proposta di un incontro nazionale con il Papa rivolto agli adolescenti all’inizio del terzo anno di pandemia ci pone l’interrogativo sul significato di questa proposta. Da una parte l’esigenza di uscire – non solo dalla pandemia, ma dall’intorpidimento del cuore e della volontà che ha favorito – dall’altra il bisogno di riprendere la vita e il suo scorrere verso il futuro, dopo la brusca frenata che hanno subìto non solo le attività, ma le prospettive.

• Mettersi in cammino verso San Pietro, due anni dopo quella serata piovosa in cui papa Francesco attraversò in solitudine il desolante deserto di quella piazza, e riempirla di corpi, voci, incontri e vita è una sfida molto bella. Dobbiamo anzitutto far sentire a ragazzi e genitori il fascino di questa avventura.

• L’esperienza del pellegrinaggio nelle sue dimensioni essenziali – alzarsi, partire, lasciare, sognare una meta, camminare insieme – è la più capace di restituire il senso pieno della proposta. Anche se compressa nei tempi e nei modi, essa presenta sempre il volto del dono e della sorpresa. Coloro che si mettono in cammino sanno che incontreranno nuovi volti che sorridono, mani che si aprono, piedi che accompagnano, case che ospitano e tavole a cui sedersi. È la sorpresa della provvidenza, che ci racconta di un Dio buono e generoso che non abbandona mai i suoi figli.

• Mettersi in cammino è anche partecipare alla sorte dei milioni di persone – molti dei quali giovanissimi – che hanno lasciato le macerie della loro casa alle spalle nella ricerca di una terra ospitale. I nostri adolescenti sapranno lasciare il divano e tuffarsi in questa avventura? Come possiamo aiutarli a risvegliare l’attesa e il desiderio?