Pasqua Giovani, l’Arcivescovo: «Chiediamo la grazia al Signore affinchè ‘ci salvi dall’alto’»

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Si è svolto sabato 27 marzo il tradizionale appuntamento della vigilia della domenica delle Palme di Pasquagiovani. Come ogni anno i giovani della Diocesi si sono incontrati fra loro e con l’Arcivescovo per pregare insieme all’inizio della Settimana Santa. Un incontro un po’ più limitato a motivo delle restrizioni sanitarie, ma non meno gioioso e partecipato per quello che è stato il primo PasquaGiovani di Mons. Tasca nella nostra Diocesi. L’intera celebrazione è stata trasmessa sul canale YouTube de Il Cittadino grazie alle riprese del Gruppo TNN.
Alla presenza di Mons. Nicolò Anselmi, Vescovo Ausiliare, di Mons. Marco Doldi, Vicario Generale, i giovani hanno sostato in raccoglimento e preghiera in ginocchio di fronte a Gesù Eucaristico e, grazie alla presenza di molti sacerdoti hanno potuto accostarsi al Sacramento della Riconciliazione.
Nel suo intervento rivolto ai giovani, Mons. Tasca li ha invitati a riflettere di quanto sia bello se ci dessimo una mano ‘a slegarci’, nella vita personale e nel servizio, semplicemente perchè il Signore ne ha bisogno. “Questa frase è liberante. – ha detto –  perché se non si ha chiaro questo concetto e ci si mette a servizio per altri motivi, il rischio è quello di montarsi la testa o della frustrazione. E ci si fa del male”.
“In questa settimana santa – ha detto ancora l’Arcivescovo – chiediamo la grazia al Signore di ‘salvarci dall’alto’, senza cadere nell’errore di pensare che ci possiamo salvare da soli”. “ E preghiamo – ha concluso – per tutto i nostri amici affinchè credano in Gesù e trovino in noi persone che gratuitamente sanno annunciare la bellezza del Vangelo”.

 

Sabato 27 marzo si è svolta in Cattedrale San Lorenzo la veglia di PasquaGiovani organizzata dalla consulta diocesana di Pastorale Giovanile e guidata dall’Arcivescovo Marco, dal tema “Gesù entra nella nostra vita”. Da quest’anno PasquaGiovani non coincide più con la giornata mondiale della gioventù, che il Santo Padre ha voluto far cadere nella solennità di Cristo Re, ma non poteva di certo mancare questo tradizionale appuntamento diocesano per prepararsi insieme ai misteri pasquali con un momento di adorazione eucaristica e l’accostamento al sacramento della riconciliazione. La veglia in Cattedrale, contemporaneamente trasmessa anche in streaming sul canale YouTube del nostro giornale grazie a TNN, quest’anno aveva come tema “Gesù entra nella nostra vita” e come filo conduttore il brano del Vangelo dell’ingresso messianico di Gesù a Gerusalemme.

Entrando a Gerusalemme Gesù viene accolto a gran voce dalla folla: in tanti in segno di riconoscimento e di acclamazione gettano i propri mantelli lungo la strada perché vi possa passare sopra e agitano delle fronde in segno di ringraziamento. Così anche noi abbiamo voluto deporre i nostri mantelli, le nostre giacche, sul suo cammino, insieme ai rami di palma portati in processione all’altare. Perché, come è entrato a Gerusalemme per avvicinarsi al momento sella sua passione, per compiere il mistero della nostra salvezza, allo stesso modo Gesù desidera entrare nelle nostre vite, nella vita della nostra comunità, nella vita dell’umanità tutta. Desidera intrecciare le nostre storie alla sua storia d’amore.

Una figura interessante in questo brano del Vangelo, ci ricorda padre Marco, è quella del puledro che Gesù cavalca per entrare a Gerusalemme. È interessante perché richiama una citazione del profeta Zaccaria che dice: “Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio d’asina.” (Zc 9,9) La cavalcatura di un re non era di certo un puledrino, un asino, ma piuttosto un bel cavallo, segno di potere, di regalità. Invece a Gerusalemme Gesù entra non da re ricco e potente, non nello sfarzo e nella spettacolarità, ma in modo umile e dimesso, su un puledro che non era mai stato cavalcato prima d’ora.

Non era mai stato cavalcato perché nessuno vuole mai salire su questo puledro: è un asino, un perdente, qualcuno che non vince mai, che deve solo fare silenzio, che deve sempre combattere contro tutto e tutti. E anche noi piuttosto che salire su un asino preferiamo altre cose: il cavallo, il carro armato, il servirci degli altri. In altre parole il potere e non certo il servizio. Invece Gesù sembra proprio venire a indicarci e a spiegarci come liberare questo puledro, ed è bello vedere come ci sia bisogno di qualcuno che sleghi le corde: “nessuno può liberarsi da solo, occorre che come comunità, come fraternità, come amici, ci diamo una mano per slegarci”.

E il motivo per slegarci, per liberarci, per scegliere il servizio, è uno solo: “il Signore ne ha bisogno”. Una risposta, quella che Gesù dà nel Vangelo, che per noi è estremamente liberante, perché, ci fa riflettere padre Marco, se ci mettiamo a servizio per altri motivi, nel migliore dei casi ci montiamo solo la testa, nel peggiore invece rischiamo di rimanere frustrati e annoiati. Invece dobbiamo ricordarci che l’unico vero motivo del mettere il nostro tempo, la nostra vita a servizio degli altri è che il Signore ne ha bisogno, ha bisogno proprio di noi, a noi non resta che accogliere la sua chiamata e poi sarà Lui a indicarci la strada e il modo.

Infine, continuando il testo di Zaccaria, possiamo capire come il re che il profeta annuncia, non sarà solo contrario alla guerra nel suo atteggiamento, ma anche nella sua attività con il distruggere le armi. Se andiamo al di là dell’atteggiamento bellico, “cosa vuol dire distruggere le armi che ci uccidono personalmente, come comunità, come associazioni, come gruppi ecclesiali? Che cosa distrugge la nostra vita comunitaria? Se ci fermassimo un po’ a riflettere, forse potremmo fare una lista anche bella lunga di tutto ciò che lasciamo che ci distrugga”.

Ma Gesù viene a salvarci da tutto questo, se solo sappiamo aprire il cuore e farlo entrare nella nostra vita. Se solo sappiamo accoglierlo come le genti di Gerusalemme al canto di “Osanna! Osanna nel più alto dei cieli!”: quest’invocazione che spesso ripetiamo anche durante la Santa Messa vuol dire “Signore, salvaci, Signore, aiutaci dall’alto!” Quante volte crediamo di poterci salvare da soli, che tutto sommato che il Signore ci sia o non ci sia non cambia molto nella nostra vita… Questa settimana invece avremo la grazia di ricordarci ancora una volta che, senza che noi facciamo nulla il Signore sempre ci salva gratuitamente. Allora spogliamoci anche noi dei nostri mantelli e lasciamo che Gesù vi passi sopra, che passi sopra ricolmi i nostri limiti, i nostri deisderi, il nostro tempo, per riempirci di vita di nuova. Agitiamo le nostre palme e prepariamoci ad accoglierlo nella Santa Pasqua, a farci trasfigurare da Lui. “Accogliamo questa grazia e preghiamo anche per coloro che non hanno la grazia di credere in Gesù Cristo, perché possano trovare in noi delle persone che gratuitamente sanno annunciare la bellezza del Vangelo”.

Francesca Marrollo

 

Riguarda la registrazione della diretta sul canale YouTube de Il Cittadino https://youtu.be/9Q7eZZN7hF0

 

Di seguito alcune foto della serata: