Svolta al Santuario N. S. della Guardia la Veglia di Pentecoste in preparazione al grande Giubileo del 2025 – FOTOGALLERY

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La tradizionale veglia di preghiera dei giovani a Pentecoste organizzata dalla Pastorale Giovanile è stata come sempre un momento bello ed emozionante di preghiera, di ascolto, di testimonianza, potremmo dire di bellezza, aiutati anche da una bella giornata fresca di sole.
Già nella prima parte della serata quasi 200 giovani hanno voluto partecipare agli stand sulla preghiera per sottolineare l’anno in preparazione al Giubileo del 2025. Le riflessioni proposte sono state degli input per mostrare gli aspetti essenziali della preghiera da riprendersi poi nei cammini dei gruppi, nei campi estivi, nelle esperienze che ciascuno può vivere. Quattro i pilastri che sono stati testimoniati.
PREGARE CON LA PAROLA DI DIO
È l’aspetto fondamentale dell’incontro, della relazione con Dio che si fa Parola, si fa carne in suo Figlio, nella Parola. È stato proposto il metodo della Lectio Divina; metodo di cui il Seminario si sta facendo, per così dire, interprete nelle sue proposte vocazionali e spirituali. Lectio, Meditatio, Oratio e Contemplatio sono roboanti nomi latini per dire semplicemente di leggere con attenzione, lentezza, calma, di collegare attraverso pensiero, emozioni, memoria, desiderio la Parola alla Vita di ogni giorno, personale e delle storia, per lasciar scaturire la preghiera di Lode, Grazie, Perdono, Richiesta, Dubbio, Intercessione, Discernimento come risposta alla Parola che plana poi verso un gustare nell’Amore la relazione con Dio presente che ti porta a estendere questo amore nella vita, nelle relazioni, nelle scelte.
PREGARE NELLA LITURGIA
La Parola infatti si fa carne soprattutto nell’Eucarestia dove non si tratta di “assistere” né tantomeno di “dire” ma agisce la Parola, la si fa Cibo per il corpo, la mente, lo spirito. Nella Liturgia non si compie una devozione ma ci si unisce in preghiera con Cristo stesso, nella Colletta, nella preghiera dei fedeli, nel dono della propria vita attraverso i santi doni, per poi sfociare nella grande preghiera Eucaristica, la madre di tutte le preghiere, uniti a Cristo, offrendo la propria vita a Lui e offrendosi ai fratelli nello spezzarsi come il Pane. La grande preghiera che ingloba tempo e spazio e tutto fa divenire Eucaristia. Per concludersi con la preghiera di Gesù che nell’Eucarestia assume un significato assai speciale. Eucarestia non come atto dovuto del mio essere cristiano ma come massima vetta di preghiera che si fa vita, di relazione con Dio che diventa tanto intimo da entrare corporeamente in me. Grazie al Movimento Liturgico che ci ha fatto gustare tutto ciò.
PREGARE NEL CANTO E NELLA DANZA
Naturale prosecuzione e accompagnamento della liturgia ma anche al di fuori di essa è pregare cantando. La bellezza, l’arte, la musica, l’armonia del corpo esprimono bene la relazione dell’uomo con Dio. Del resto la liturgia stessa impegna il corpo. Il rinnovamento dello Spirito nel piazzale della Guardia all’aperto con un tramonto da favola sullo sfondo, ci ha fatto scoprire la gioia di cantare e ballare lasciando che l’amore di Gesù entri in noi e si esprima visivamente. Del resto vivere una relazione con Dio senza gioia è negarne l’essenza stessa è voler affrontare la croce senza resurrezione. E vivere una relazione spiritualista senza corpo sarebbe negare l’incarnazione.
PREGARE NEL SILENZIO
La comunità del Garbo della fraternità di Charles de Foucauld (Padre Gasparino per dirla alla genovese) hanno preparato un posto bellissimo con luci, immagini, e tanto tanto silenzio facendo riscoprire la gioia di questo grande assente dalla nostra vita. Certo, ci hanno fatto riflettere i padri, c’è silenzio e silenzio; c’è il silenzio del vuoto quando non c’è nulla o non si ha da dire; il silenzio della morte e della disperazione quando non si trova speranza; ma c’è anche un silenzio vitale che la società ci toglie. Il silenzio è intollerabile per chi vuole a disposizione masse incapaci di pensare, di ragionare, di ascoltare sé stessi nel profondo dell’anima. E veniamo inondati da fastidiosi rumori racchiusi nella minuscola scatoletta che sempre ci portiamo in tasca o in grandi e sempre più luminosi schermi che ci tolgono anche un decoroso riposo degli occhi stancandoci il cervello. Che bello riscoprire il silenzio! Ascoltare il silenzio! Rimanere in silenzio davanti all’Altro, all’altro, alla natura, al ritmo del cuore e del respiro. Ascoltare! Questo è pregare è entrare finalmente in relazione tacitando l’io impertinente che vuol sempre e solo parlare disperdendosi inutilmente.
A dire il vero la Pastorale giovanile voleva anche proporre la preghiera attraverso il contatto, la contemplazione, l’ascolto della natura. Ma non ce n’era il tempo e lo segnaliamo all’attenzione di tutti così come la preghiera attraverso gli oggetti, il quotidiano; vi ricordate Micheal Quoist? E il suo libro di preghiere sulle cose che usiamo ogni giorno affinché tutto diventi preghiera? Fantastico!
Finiti gli stand e dopo una rapida cena sul sagrato in Basilica si è tenuta la consueta veglia con Testimonianze di Pietro Vaghi e dei coniugi Federica e Eugenio, il commento al Vangelo dell’Arcivescovo, il tutto intervallato con silenzio accompagnato dalla musica di Sax e Violoncello di Lucrezia e Cora e da preghiere allo Spirito. Oramai eravamo tanti da riempire l’intera Basilica in ogni suo posto seduto e oltre. Al termine i doni agli sposi dell’anno, ai consacrati dell’anno (Don Giacomo Dotta in primis di cui si parla altrove nel nostro giornale) e ben quattro missionarie partenti per Africa e Caribe questa prossima estate; infine i quattordicenni e i diciottenni e chi ha scelto il servizio. Poi tutti intorno al falò acceso dall’arcivescovo in mezzo a canti e battimani. La gente non se ne voleva più andare, ma alla fine siamo scesi anche questa volta.
Prossimo appuntamento di Pastorale giovanile il giorno 3 giugno Consulta; ore 18.30 in seminario fino alle 22.00. C’è da programmare naturalmente l’anno prossimo, l’anno giubilare.
E lasciatemi terminare con un grazie alla “mia” segreteria di Pastorale giovanile e a tutti i suoi “friends” che al momento giusto danno una mano gioiosa, gradita, efficace.

Don Fully Doragrossa
Coordinatore Pastorale Giovanile