“Rompere i cerchi”, un laboratorio all’aperto

Le trappole delle relazioni interpersonali

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L’attività si é realizzata in due incontri, il primo presso la piazza di Caricamento, mentre il secondo in piazza De Ferrari. Essa consisteva in una riflessione a livello sociale basata su un dialogo faccia a faccia tra i giovani coinvolti, con l’obbiettivo appunto di “Rompere i Cerchi” ossia i limiti posti da ognuno nelle relazioni umane con gli altri.
Il laboratorio realizzatosi dalle 15:00 alle 17:00 consisteva in due punti fondamentali: l’approccio e il dialogo. Il primo cercava di stabilire il contatto con il passante, e se questo aveva esito positivo si passava al secondo punto, invitandolo ad entrare nel cerchio costruito dai ragazzi, il quale aveva di fronte a se un’altro cerchio, con all’interno uno dei responsabili pronti ad iniziare la loro conversazione con la persona implicata.

I cerchi infatti erano una metafora della trappola interpersonale, che gli impediva di comunicare con gli altri e per capire meglio il tipo di trappola, i ragazzi dentro il cerchio hanno mostrato ai loro partecipanti delle immagini di tutto ciò che almeno una volta poteva essergli capitato, partendo dall’apparenza al confronto fino ad arrivare all’utilità.

Ogni giovane ha accettato volentieri l’incarico assegnato dalla diocesi e con l’aiuto di Dio, hanno fatto si che il laboratorio si svolgesse in totale pace e armonia. Inoltre anche grazie alla loro preparazione con incontri settimanali al sabato, fino a giungere ai giorni decisivi ha fatto si che i ragazzi potessero realizzare l’attività nel miglior modo possibile, in cui davano a conoscenza i consigli e gli insegnamenti appresi da persone competenti in ambio sociale, psicologico e spirituale.
Il materiale preparato oltre ai cerchi, sono anche le immagini, le magliette, i volantini, i segnalibri e un piccolo quaderno nel quale ogni interessato al laboratorio ha potuto scrivere la propria impressione dell’attività ed é stato tesoro per i giovani ad auto-motivarsi a laboratori futuri.

I ragazzi hanno potuto apprezzare in questo laboratorio diverse reazioni da parte dei passanti le quali una volta entrati nel cerchio sono state molto positive e significative. Questo é stato dovuto al fatto che il giovane e il transitante, anche essendo estranei, in quel momento riuscivano a stabilire un vero e proprio dialogo intimo, grazie alla fiducia che i ragazzi ottenevano per mezzo del loro discorso puro e trasparente, dimostrando così essere veramente predisposti ad aiutare ed era proprio in quel momento, che le persone dall’emozione di sentirsi identificate con la trappola (cerchio), scaturivano in se il desiderio di volerne uscire predisponendo la loro mente e il loro cuore ad ascoltare con dedizione e anche essere ascoltate. Per esempio alcune persone manifestavano la loro agiatezza raccontando veri e propri problemi della loro vita dai quali vi era molto difficile uscirne, invece in altre si poteva notare la loro complicità al dialogo arrivando persino a scherzare e a ridere sanamente, di qualche aneddoto sempre riferitosi alla trappola.

Finalmente si raggiungeva l’obbiettivo più importante “rompere il cerchio”, ovvero manifestare i diversi modi per uscire dalla trappola interessata. Dopo questo i due interlocutori, che avevano avuto un vero e proprio momento di riflessione, riuscivano a intravedere una scappatoia da queste trappole, per così affrontarle e risolverle grazie ai diversi consigli scambiati a livello sociale ma sopratutto spirituale.

Per questi ragazzi non esisteva cosa più bella di poter aiutare chi ne avesse bisogno, cogliere l’occasione di poter contribuire alla miglioria nella vita di una persona per loro era veramente qualcosa di magico che gli faceva sentire soddisfatti con se stessi, con il mondo e principalmente con Dio, ed era proprio questa la loro ricompensa non chiedevano nient’altro solo questa bellissima sensazione di aver portato un po’ di “gioa piena” a se stessi e a tutte le persone che lo desiderassero stabilendo così momenti davvero indimenticabili.

Per mezzo di gesti d’affetto e di gratitudine verso i ragazzi da parte degli ormai “rinnovati” cittadini, l’attività é stata svolta con successo in modo da tornare alla routine quotidiana con una nuova visione di vita.

Jean Paolo Ramirez e Jean Franco Gonzales

gruppo Festa di GioiaPiena

Una delle impressioni raccolte da un ragazzo:

“Questa esperienza mi è servita a capire molti stereotipi che esistono al mondo. Mi è piaciuto e mi sono divertito pur non essendo un credente convinto e vigoroso, a volte le apparenze ingannano, non sempre una persona è come sembra, bisogna saper leggere dentro il cuore, sapere chi sono davvero, non ha senso farsi molte maschere e sembrare qualcun altro, ognuno va bene cosi come è.”